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QAnon teoria complottista [AGOSTO 2021]

mindset e produttività Jan 07, 2021
QAnon teoria complottista

QAnon teoria complottista è una teoria cospirazionista che ha preso piede attraverso il web: ma come nascono e si diffondono complotti di questo genere? Qui cerco di fare chiarezza a riguardo: ti spiego di cosa si tratta, considerando anche il ruolo delle fake news e dei social network in tutto ciò.

QAnon, l’ultima trovata cospirazionista che consacrerebbe Trump come un eroe

Proprio quando pensi di averle sentite tutte, quando credi che peggio di così non possa andare, ecco spuntare l’ennesimo complotto che mette insieme tutti gli altri.

Sto parlando di QAnon, una teoria cospirazionista che si sta diffondendo sempre di più sul web, soprattutto attraverso i social network.

QAnon teoria complottista

Che cos’è QAnon?

Definire QAnon come una semplice teoria cospirazionista di estrema destra sarebbe riduttivo.

Nella narrazione, infatti, compaiono una miriade di elementi correlati ad altre teorie del complotto che hanno spopolato negli ultimi anni.

I seguaci di QAnon sostengono che Donald Trump, l’attuale Presidente degli Stati Uniti, starebbe lavorando in gran segreto per smantellare un pericoloso gruppo di satanisti pedofili, rei di aver messo in piedi un orrendo traffico di minori al fine di perpetrare abusi fisici e sessuali.

Si dice persino che le vittime vengano sacrificate per estrarre dal loro sangue alcune componenti chimiche che servirebbero a preparare una sorta di elisir di lunga vita.

Secondo la teoria QAnon, di questo gruppo farebbero parte alcuni membri di spicco del Partito Democratico, tra cui Hillary Clinton, Barack Obama e George Soros, e anche celebrità di Hollywood come Oprah Winfrey, Tom Hanks e Ellen DeGeneres.

Persino nomi del calibro di Papa Francesco e del Dalai Lama sono stati associati a questo ipotetico gruppo di mostri che, sempre secondo la teoria, avrebbe in pugno le sorti del mondo.

In quest’ottica, Donald Trump viene presentato come una sorta di salvatore, reclutato dall’Esercito Americano nel 2016 per porre fine a questa cospirazione e far trionfare nuovamente la giustizia.

Ma non finisce qui: ci sono altri elementi che contribuiscono a rendere questa teoria una delle più assurde mai sentite negli ultimi anni.

I seguaci di QAnon sostengono che John Fitzgerald Kennedy Jr. non sia davvero morto nel famoso incidente aereo del 1999, e che oggi stia aiutando Trump nella sua missione segreta.

Aggiungiamo anche alcune teorie secondarie riguardo gli alieni, i vaccini e l’11 settembre, e il gioco è fatto.

È curioso come quest’ipotesi di complotto stia prendendo piede proprio nel momento più delicato per Trump, ovvero l’avvicinarsi delle nuove elezioni (previste per novembre 2020).

Il Presidente, infatti, non ha mai confermato né smentito le voci a riguardo: quel che è certo, è che sta usando il delirio di QAnon come arma nella sua campagna elettorale, al fine di riscuotere consensi tra la popolazione.

QAnon, quando tutto è iniziato

Per capirlo dobbiamo tornare indietro fino a ottobre 2017, quando su una piattaforma di nome 4chan comparve per la prima volta un messaggio criptico da parte di un utente che si faceva chiamare Q Clearance Patriot.

La persona in questione sosteneva di essere un ufficiale di alto rango dell’Intelligence americana e che, in quanto tale, avesse accesso a informazioni riservate riguardanti la lotta segreta di Trump contro questa setta satanista-pedofila.

Secondo Q, la missione del Presidente Trump è smascherare pubblicamente i responsabili di questo enorme complotto durante “The Storm”, un momento preciso in cui verrà finalmente fatta giustizia e restituita all’America la sua dignità.

Negli ultimi tempi, complice la pandemia di Covid-19 e l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali del 2020, la teoria del complotto QAnon è tornata in auge più potente che mai.

I criptici messaggi di Q hanno invaso il web, conquistando piattaforme del calibro di Facebook e Twitter e diffondendo queste credenze deliranti a macchia d’olio.

Lo stesso Trump ha condiviso più volte alcuni tweet a sostegno della teoria, dichiarando: “Ho sentito dire che queste persone amano il nostro Paese”, lasciando intendere che forse, sotto sotto, approvi l’operato dei suoi seguaci.

Donald Trump difende implicitamente QAnon evitando di rispondere a domande dirette dei giornalisti sull’argomento – Fonte New York Times

Perché la teoria QAnon ha così tanto seguito?

Kevin Roose, giornalista del New York Times, sostiene che questa teoria risulti affascinante per molteplici ragioni. La più curiosa e interessante di tutte paragona il complotto del QAnon a una sorta di intricato gioco online in modalità multiplayer, dove ognuno dà il suo contributo per risolvere enigmi e decifrare indizi che consentano di passare al livello successivo.

I seguaci della teoria, infatti, sono convinti che Trump invii loro alcuni messaggi in codice per aggiornarli sull’avanzamento delle operazioni: il numero 17 (corrispondente alla lettera Q dell’alfabeto), ad esempio, indicherebbe una sorta di messaggio segreto, mentre le cravatte rosa che il Presidente ama indossare sarebbe un segno inequivocabile dei progressi fatti nello smantellamento del traffico di bambini.

Il problema principale, però, è il crescente analfabetismo funzionale che sta dilagando in tutto il mondo.

Come sempre, più di sempre, veniamo costantemente bombardati da milioni di informazioni diverse ogni giorno: distinguere tra vero e falso, tra notizie autentiche e fake news, diventa estremamente complicato.

Troppe le informazioni da processare, pochi gli elementi a disposizione per verificarne la veridicità.

Questa pigrizia mentale ci induce a fare un uso sconsiderato delle euristiche, ovvero scorciatoie cognitive che utilizziamo per elaborare più velocemente le informazioni che assorbiamo ogni giorno, in modo da risparmiare energie.

L’euristica della simulazione, ad esempio, ci induce a stimare la probabilità del verificarsi di un evento in base alla facilità con cui riusciamo a immaginarlo.

O ancora, l’euristica dell’esperto ci fa concordare con un messaggio semplicemente perché la sua fonte è ritenuta autorevole, senza porci troppi problemi a riguardo.

A lungo andare, il nostro cervello non riesce più a processare le informazioni in maniera obiettiva, poiché farlo comporterebbe un dispendio di energie notevole che in pochi ormai sono disposti a sostenere.

È molto più facile leggere solo i titoli delle notizie, non prendersi la briga di verificare le fonti oppure gridare “Al lupo! Al lupo!” piuttosto che elaborare un pensiero critico a riguardo.

Questo tipo di comunicazione non fa altro che alimentare ansie, paure e paranoie insite nell’essere umano, rendendolo incapace di distinguere il vero dal falso. Ecco perché, in questa situazione, teorie del complotto come QAnon trovano terreno fertile su cui prosperare.

Il vicepresidente americano Mike Pence con i membri della squadra SWAT della contea di Broward, Florida, il 30 novembre 2018; l’uomo a sinistra dell’immagine mostra una “Q” rossa e nera, utilizzata come simbolo dai teorici del complotto di QAnon. La foto è stata twittata, rimossa e quindi sostituita nel feed di Pence.

Il ruolo delle fake news nella teoria complottista

Ormai è un dato di fatto: fake news come QAnon e simili non fanno altro che creare ulteriori divisioni tra la popolazione. Non è un mistero che la tecnica del dividi et impera abbia riscosso enorme successo in passato, e che abbia aiutato diversi imperi — quello asburgico e romano su tutti — a espandere i propri possedimenti.

Nel mondo moderno, il dividi et impera passa attraverso la diffusione di odio e paura tra la popolazione attraverso le fake news di turno.

Lo scopo?

Permettere ai governi autoritari di emergere, riscuotere consensi e salire al potere. Mi rendo conto che un’affermazione del genere potrebbe suonare un po’ complottista, ma lo scandalo di Cambridge Analytica del 2018 ci ha mostrato un’altra faccia della medaglia che forse ignoravamo.

È stato dimostrato che l’Intelligence russa aveva appositamente creato e diffuso alcuni meme Facebook sul tema “Black lives matter” allo scopo di indurre i votanti afroamericani ad astenersi dal voto.

Non si tratta di complotti, quindi di ipotesi più o meno fantasiose basate su supposizioni non dimostrate, ma di raffinate tecniche di manipolazione psicologica che hanno conseguenze a livello politico, sociale ed economico.

Come si fa a smascherare una fake news?

La cosa sta diventando sempre più complessa, ma ci sono alcune cose che si possono fare per provare a individuare questo tipo di notizie. La prima è sicuramente controllare l’autorevolezza e veridicità della fonte: portali come Lercio, Il Corriere del Corsaro o Quellochenonvoglionofartisapere non sono fonti autorevoli.

Tre trucchi al volo per capire cosa stai leggendo:

  • Cerca di attenerti alle comunicazioni ufficiali e fai sempre un confronto tra diversi articoli, in modo da verificare se dicono tutti la stessa cosa oppure se esistono discrepanze.
  • Inutile dire, ma voglio ribadirlo, che bisognerebbe leggere gli articoli per intero, senza soffermarsi solo sul titolo, specialmente se è di tipo clickbait.
  • Fai attenzione anche alle immagini, perché chiunque sarebbe in grado di manipolarle a proprio piacimento: basta un minimo di conoscenza di Photoshop per creare eventi che non si sono mai verificati.

Il ruolo di Facebook, Twitter e Tik Tok nella diffusione di QAnon

Queste tre piattaforme sono state letteralmente prese d’assalto dai seguaci di QAnon.

Negli ultimi mesi è stato tutto un proliferare di gruppi, post, video e tweet sul tema, tanto da costringere i colossi tech a bannare migliaia di account a sostegno della teoria.

È notizia dei giorni scorsi che Facebook ha cancellato un gruppo con più di 200.000 membri a sostegno di QAnon, colpevoli di aver tenuto un comportamento scorretto e violento nei confronti della comunità, oltre della diffusione di notizie palesemente false.

Anche Twitter e Tik Tok si stanno dando da fare per limitare il diffondersi di questa teoria cospirazionista, cancellando hashtag, bloccando url e la diffusione si post sul tema.

Shira Ovide, giornalista del New York Times, sostiene che queste azioni di cancellazione di massa sono piuttosto insidiose, poiché non fanno altro che confermare i sospetti dei complottisti.

Essi, infatti, sostengono che i poteri forti stiano tramando per silenziare la rivoluzione QAnon e, ovviamente, la sospensione degli account incriminati non farebbe altro che confermare la loro teoria.

I complottisti, si sa, rifiutano qualsiasi tipo di informazione ufficiale e sentono il bisogno di scovare dati, teorie e contenuti a sostegno delle loro tesi su fonti alternative.

Ecco spiegato il perché del proliferare del traffico su Facebook, Twitter, YouTube e Reddit, cosa che tra l’altro ha contribuito a far aumentare i guadagni di questi colossi in maniera esponenziale.

Per comprendere meglio il tema, ti suggerisco di investire 15 minuti del tuo tempo per guardare il Ted Talk di Carole Cadwallar, giornalista del Guardian che ha contribuito a scoperchiare il caso Cambridge Analytica.

In questo speech la Cadwallar affronta il delicato tema della democrazia, del ruolo che piattaforme come Facebook e Twitter hanno assunto nel mondo moderno, e si chiede se riusciremo mai a garantire l’imparzialità di qualsiasi elezione politica come un tempo.

L’odio e la paura hanno indotto il Paese a rivoltarsi contro se stesso. Ormai è impossibile distinguere il vero dal falso, perché niente è come sembra”, Carole Cadwallar.

Lo scandalo di Cambridge Analytica e le conseguenze della manipolazione psicologica

Se ancora non hai visto The Great Hack su Netflix, ti consiglio di farlo subito. Si tratta di un documentario riguardo le vicende che hanno condotto alla rovina di Cambridge Analytica, una società di consulenza britannica finita nell’occhio del ciclone per essersi indebitamente appropriata dei dati sensibili di milioni di persone in tutto il mondo con la complicità di Facebook, e di averli utilizzati per influenzare i risultati delle elezioni presidenziali USA del 2016, anno in cui Donald Trump è diventato capo di stato.

Perché te ne sto parlando?

Per dimostrati quanto è semplice manipolare le informazioni e creare realtà distorte a sostegno delle proprie tesi. Aziende come Cambridge Analytica si occupano di creare contenuti ad hoc per influenzare certe fasce della popolazione, allo scopo di indurle a votare o meno durante le elezioni. I contenuti vengono personalizzati a seconda del profilo psicologico della persona in questione, a cui viene mostrato un “mondo fittizio” costruito sulle sue credenze.

David Carroll, professore statunitense che ha messo in piedi una causa contro l’agenzia britannica, sostiene:

Tutte le mie interazioni sui social, i miei pagamenti con carta di credito, le mie ricerche online, i miei like, vengono raccolti in tempo reale e collegati alla mia identità, dando così libero accesso al mio intero vissuto emotivo più intimo a chiunque desideri acquistare questi dati.

Con queste informazioni a disposizione, chiunque può combattere per ottenere la mia attenzione, somministrandomi un feed di contenuti creati apposta per me e visibili solo a me. E questo vale per ciascuno di noi.

Al giorno d’oggi è estremamente facile manipolare la realtà per perseguire i propri scopi.

Questo è l’effetto che fanno teorie del complotto come QAnon, ovvero confondere le acque a scopi politici, economici e sociologici.

Aggiornamento Luglio 2021

Ieri abbiamo assistito in TV a scene che sembrano venir fuori da un film Hollywoodiano, del filone “Attacco al Potere”, ma quelle immagini erano purtroppo vere.

Un folto gruppo di persone, armate e sicuramente con intenzioni poco pacifiche, hanno preso d’assalto il Congresso americano durante la seduta che avrebbe dovuto certificare la vittoria elettorale del nuovo Presidente degli Stati Uniti, di fatto, interrompendola ed impedendone il regolare svolgimento.

Al di là delle ragioni delle parti in causa, e del folklore di alcuni manifestanti, questo fatto è l’ennesima dimostrazione del potere persuasivo e scatenante che i social hanno sulle masse.

Sono bastati un video messaggio e alcuni tweet del Presidente Donald Trump per scatenare le rivolte, a cui nel momento in cui scrivo, gli sono stati revocati gli accessi dalle piattaforme stesse per incitazione all’odio e alla violenza.

È la prima volta che le piattaforme social bloccano l’accesso ad un capo di stato occidentale per l’uso che ne fa, ed è bipartisan la condanna che arriva per il palese incitamento alla rivolta.

Ma non fermiamoci a pensare ai risvolti politici, pensiamo piuttosto al ruolo dei Social Media che più di ogni altri mezzo di comunicazione sono in grado di ottenere queste effetti.

E facciamoci qualche domanda.

  • Quanto è facile, a questo punto, poter distorcere la realtà dei fatti o creare notizie fabbricate ad arte per manipolare le masse?
  • Quale enorme responsabilità hanno le piattaforme social? Oppure questa responsabilità dovrebbe ricadere unicamente sugli utenti che ne fanno uso?
  • Quali sono i limiti e i parametri di valutazione che dovrebbero adottare i “decisori” all’interno delle piattaforme, per decidere a chi dare voce e con quali regole?

Di sicuro si parlerà ancora per molto dei fatti del 6 gennaio 2021 e delle rivolte al Congresso degli Stati Uniti d’America e i social saranno senz’altro tirati in ballo perché protagonisti dello sviluppo di questi eventi.

Il risultato di tutto questo sono stati decine di arresti e ben 4 morti dovuti agli scontri con le forze dell’ordine che hanno ripreso il controllo degli uffici che venivano occupati e vandalizzati.

Una delle vittime delle violenze del 6 gennaio 2021.
Ashli Babbitt sostenitrice di QAnon.


I presenti in aula che fuggono
Autore: Drew Angerer | Ringraziamenti: AFP – Copyright: 2021 Getty Images

Le forze dell’ordine che riprendono il controllo degli uffici del Congresso
Autore: Drew Angerer | Ringraziamenti: AFP – Copyright: 2021 Getty Images

 

Uno dei protestanti nell’ufficio di Nancy Pelosi
Autore: SAUL LOEB | Ringraziamenti: AFP – Copyright: AFP or licensors

Conclusioni

Ognuno è chiaramente libero di pensare ciò che vuole, non sono qui a discutere su questo.

Lo scopo di questo articolo è cercare di farti capire cosa si nasconde dietro a una teoria del complotto come QAnon, quali sono i meccanismi psicologici che vengono messi in atto e come contrastarli.

Il mio consiglio è quello di valutare con attenzione, seguendo queste semplici regole:

  1. Verifica le informazioni facendo più di una ricerca.
  2. Non fermarti ai primi risultati che trovi, ma scava più a fondo.
  3. Controlla presso fonti autorevoli, come il New York Times, Il Corriere della Sera, ecc.. EDIT: cito queste due testate a titolo di esempio, per far capire che ognuno dovrebbe informarsi presso le fonti che ritiene autorevoli, anche se in disaccordo con il proprio pensiero. Non ci si può fare un’idea obiettiva sentendo solo una campana. Convieni?
  4. Incrocia i dati con le opinioni, per avere punti di vista diversi.
  5. Leggi ed informati sempre con consapevolezza, prima di esporti in commenti o giudizi sui social.

Tieni sempre presente che, ormai, il valore dei dati personali ha di gran lunga superato quello dell’oro, trasformandoli nell’asset più prezioso sulla terra.

I tuoi pensieri, comportamenti, abitudini e preferenze valgono molto più di quanto pensi.

Perciò pensaci bene, prima di regalarli a chicchessia.

Aggiornamento Agosto 2021

Il rischio è di cadere nella trappola di qualcuno che con la scusa di offrirti una risposta alternativa alle tue lecite domande, ti porta a credere cose che non sono affatto vere.

La teoria del complotto – in generale – nasce proprio da questa debolezza umana, facendo leva sulla necessità di chi si fa delle domande ma poi pecca nel ricercare una validazione alle fondi ed ai fatti.

Se pensiamo alle bufale più clamorose della storia, sono sempre passate per il processo logico – ma poi deviato – del:

  • Mi faccio delle domande
  • Non mi fido delle fonti officiali o voglio un secondo parere
  • Trovo una risposta alternativa (magari più “comoda” per la mia pancia)
  • La faccio mia proclamandola come unica verità, senza verificare dati o fonti.

Proprio come sta accadendo ora fra ProVax e NoVax.

I primi che si appellano alla scienza e ai dati ufficiali, i secondi che non si fidano dei dati ufficiali e cercano risposte alternative.

Molto utile il video di TLON che spiega come nascono i complotti e perché ci sono persone che ci credono, proprio come nel caso QANON.

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